Infiammazione ed epigenetica

Si sente sempre più spesso parlare di infiammazione per quanto riguarda la nostra salute, e tutti conosciamo i farmaci antinfiammatori, farmaci che servono per contrastare questo processo.

Ma cos’è davvero l’infiammazione, e perché ci interessa nel nostro percorso?

Vedremo che alla base di molte alterazioni c’è proprio uno stato infiammatorio cronico “silente” o di basso grado, il quale può favorire malattie e invecchiamento, e vedremo come contrastare tutto ciò.

Cos’è l’infiammazione?

L’infiammazione è una risposta adattiva del nostro corpo innescata da stimoli o situazioni “pericolose”, come infezioni e lesioni ai nostri tessuti, per ripristinare la condizione di salute.

E’ quindi una risorsa per il nostro corpo: aiuta a riparare i nostri tessuti e a combattere microrganismi nemici grazie al sistema immunitario. Quando è proporzionata a queste situazioni, è assolutamente benefica.

Quando però questa risposta è eccessiva, può diventare anche cronica, e portare a meccanismi di risposta autoimmune o a fibrosi dei tessuti, terreno spesso fertile per la crescita incontrollata di cellule tumorali.

Il problema quindi è quando l’infiammazione è cronica e non controllata, ed è alla base dell’invecchiamento: questo è il cosiddetto inflammaging, ovvero un processo infiammatorio che perdura nel tempo senza che ci se ne accorga, il quale è anche alla base delle malattie croniche degenerative e dei tumori.

Il tessuto grasso

Il tessuto grasso o meglio, tessuto adiposo, da sempre da noi “temuto” come fattore antiestetico, è da temere anche per altri motivi: è noto ormai da anni che in particolare il grasso viscerale sia fonte produttiva di citochine infiammatorie, e quindi faciliti il rischio di malattie metaboliche e l’instaurarsi di infiammazione cronica.

Al centro di questa cascata infiammatoria vi è l’inflammasoma, il suo ruolo in questo è ormai noto da diversi anni.

Tutto questo riduce l’eliminazione delle cellule invecchiate, aumenta la produzione di radicali liberi e porta ad una disfunzione mitocondriale. I mitocondri hanno qui un ruolo fondamentale per il controllo dell’infiammazione e dell’invecchiamento in generale.

Per questo è sempre più certo quanto lo stile di vita intervenga nella nostra salute. Avere una ridotta percentuale di grasso corporeo, in particolare viscerale, non è solo questione di estetica, ma aiuta davvero il mantenimento della nostra salute e la prevenzione delle malattie.

Contrastare l’infiammazione con l’epigenetica

Ci sono diversi fattori su cui possiamo intervenire dal punto di vista epigenetico. Porre attenzione su questi temi, che oggi ci limiteremo semplicemente ad elencare, va a modificare in meglio l’espressione del nostro DNA. Questo si traduce con una riduzione delle reazioni che favoriscono l’infiammazione cronica silente.

Stress

Innanzitutto lo stress può aumentare i livelli di infiammazione, e nel nostro percorso psiq, soprattutto a scopo preventivo, il controllo dello stress ha un ruolo estremamente importante.

Valutare il nostro livello di stress eseguendo test specifici (come il controllo dell’HRV o del cortisolo) e trattarlo con strategie ad hoc, ad esempio tecniche di respirazione, è fondamentale. Ne parleremo molto presto in maniera molto approfondita.

Alimentazione

L’alimentazione è anch’essa altrettanto importante, in quanto un’alimentazione pro-infiammatoria favorisce, come è facilmente intuibile, uno stato infiammatorio.

Questa però va ad incidere meno dello stress: fare una cena rilassante, in un bel posto, con una persona a cui vuoi bene, mangiando alimenti che favoriscono l’infiammazione e l’ossidazione, porta ad uno stato infiammatorio inferiore rispetto ad un pasto con alimentazione corretta ma elevato livello di stress in generale.

Parliamo accuratamente di alimentazione antinfiammatoria qui, e presto parleremo di integratori utili a riguardo.

Sonno

Un altro elemento rilevante è la qualità del sonno: un sonno disturbato o un sonno di durata eccessiva (oltre le 8-9 ore) aumenta i livelli di interleuchina-6, un fattore pro-infiammatorio.

Un buon sonno aumenta anche i livelli di melatonina, che vedremo ha un’attività antinfiammatoria molto potente, e abbassa i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress.

Acqua

Parliamo poi di acqua: lo sapevate che l’antinfiammatorio più naturale che ci sia?

Avere una scarsa idratazione favorisce l’infiammazione. Una buona idratazione, possibilmente alcalina (come è utile un’alimentazione prevalentemente alcalina, in quanto l’acidosi è terreno molto fertile per l’infiammazione), aiuta a “spegnere” alcuni processi infiammatori.

Attività fisica

È ampiamente dimostrato come la mancanza di attività fisica sia direttamente correlata nel tempo all’aumento di valori infiammatori nelle nostre analisi.

Muoversi (soprattutto muoversi nel modo giusto e nella giusta quantità) è fondamentale per tantissime nostre funzioni. Ormai è noto che sia la strada principale dell’invecchiamento di successo, anche proprio per la sua attività antinfiammatoria, oltre che cardioprotettrice.

Vedremo presto questo capitolo più nel dettaglio.

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